Partirà – si spera – il prossimo mese alla Spezia un corso di scrittura, gestito da me insieme ad una mia cara amica. (Troverete le indicazioni nel volantino allegato). Potreste obiettare: “Beh, ce ne sono tanti!” Vero, comunque uno in più non guasterà; inoltre questo abbina scrittura e lettura ad alta voce. Una veste originale per tale tipo di corsi.
Io stessa, anni fa, ho partecipato a un laboratorio di scrittura creativa che mi è servito molto per acquisire una tecnica narrativa e conoscere belle persone. Ciò che in realtà mi è mancato maggiormente alla fine del corso è stato il piacere della condivisione, quel ritrovarsi una volta alla settimana intorno a quel tavolo, alla luce di quella lampada, e mettere in moto le penne, scrivere insieme, poi leggere, commentare, criticare i nostri elaborati. Vedere nascere le storie, vederle crescere e definirsi poco a poco, è un’esperienza entusiasmante. Condividere una passione è uno dei piaceri della vita. Lasciare fuori dalla porta tutti i guai, concentrandosi soltanto sulla pagina bianca, capace di accogliere emozioni di ogni genere. Attenzione però ad essere sinceri nella scrittura, perché anche il lettore più sprovveduto si accorgerà se tu menti, se ciò che dici è tutto finzione; è vero che l’arte, come dice la parola, è artificio, ma dev’essere nello stesso tempo verità, devi esserci tu dentro le pagine, il tuo mondo, la tua visione della vita, bisogna osare mettersi in gioco. Non è facile, ma credo sia l’unica via.
Per una persona schiva come sono io, scrivere è appunto riuscire ad aprirsi agli altri, un atto di coraggio e anche di umiltà. Quando crei un personaggio avviene una specie di sdoppiamento: ci sei tu e c’è lui, questo alter ego che è uscito fuori dai meandri della tua psiche e chiede la parola. Tu devi farti da parte. Lui s’impone a poco a poco a te che lo stai modellando. Questa “creatura dello spirito” – come afferma Pirandello – acquista una sua autonomia che l’autore non ha più il potere di negargli. Quante volte mi sono stupita della forza con cui delle “creature di carta” mi chiedevano di riprendere la loro storia dopo… un periodo magari in cui le avevo mollate per strada per stanchezza o altro. Non c’è verso, non puoi sfuggire al personaggio, perché ti stuzzica quando meno te l’aspetti, nei momenti più impensati della giornata ti tormenta e tenta, proponendoti questa o quella scena, insomma vuole essere rimesso in moto.
C’è solo una cosa da fare: riprendere in mano la penna e lasciarla scorrere sul foglio… E allora via: tutti ai fogli di partenza!