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L’Officina dello scrivere ad alta voce non chiude

marzo 10, 2020 Author: Margherita Bertella Category: Senza categoria  0 Comments

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L’Officina dello scrivere ad alta voce, creata dalla mia collega Rosanna Ianni e dalla sottoscritta 5 anni fa, non chiude le porte, anzi è più attiva che mai. Se per ora non possiamo più riunirci, resteremo in contatto costante.
In questo tempo in cui siamo costretti a limitazioni, peraltro giuste e speriamo efficaci, siamo anche chiamati a tenere attivo il cervello, a praticare la manualità, a fare arte, leggere scrivere disegnare fare il pane impastare la creta sporcarsi le mani in giardino curare le piante e gli animali osservare la meravigliosa forza della Natura che risorge, nonostante noi… alzare gli occhi al cielo, leggere le nuvole, cantare alla luna, ascoltare il sussurro delle chiome di un albero scosse dal vento, c’è bisogno di fermarsi a riflettere, ritrovare il piacere di sorprendersi per la bellezza che ci attornia… E parlarne, renderla viva e presente, ringraziarla. Anche se restiamo nelle nostre case. Perché non è scontata, ma è un dono da mantenere con cura.
E dunque, l’Officina continuerà a scrivere e leggere ad alta voce, a produrre racconti, poesie, filastrocche, proseguendo il lavoro di 5 anni, che Rosanna ed io abbiamo raccolto (in parte) in un’antologia di prossima uscita. Una raccolta ricca di “biodiversità”, di storie vere o inventate, intense o dissacranti, tenere o graffianti, di voci tutte diverse fra loro ma accomunate dalla voglia di condividere un cammino, unite dalla medesima passione, forti perché insieme.
L’Officina augura a tutta l’umanità di mettere a frutto questo tempo nel miglior modo possibile, sviluppando ciascuno le proprie capacità, ritrovando il significato profondo dell’esistere, perché possiamo risvegliarci mutati, più consapevoli e saggi nei rapporti reciproci, meno incivili ed incoscienti, perché tutti siamo UNO e facciamo parte di una immensa meraviglia, di cui non siamo padroni ma ospiti.

Taccuini d’emozione

gennaio 27, 2020 Author: Margherita Bertella Category: Senza categoria  0 Comments

 

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“Taccuini d’emozione” è la mia nuova raccolta di poesie.
Il titolo è illuminante: sono versi scritti in cammino in senso reale, perché annotati immediatamente sui taccuini che tengo in borsa e mi accompagnano ovunque io vada. Penna, matita, taccuino, una scatolina di acquerelli sono i miei compagni di viaggio. Si tratta chiaramente di un cammino anche in senso simbolico, perché la poesia mi affianca nel percorso della vita e devo ringraziarla, in quanto mi ha aiutato moltissimo in questi anni di crescita interiore ed evoluzione dolorosa.
La poesia, intendo, come canto spontaneo dell’anima, bisogno imprescindibile di comunicazione del proprio sentire, poesia che, per quanto mi riguarda, ha valenza terapeutica fortissima.
Sono “Taccuini d’emozione”, perché contengono tutto il dolore, la malinconia, lo stupore, la meraviglia, la dolcezza, la rabbia, la tristezza, l’amore, l’inquietudine, la nostalgia che mi scuotono il cuore e chiedono di uscire.
Protagonista è il trascorrere delle stagioni, il mutare del paesaggio non solo esteriore ma anche interiore, restando però sempre in contatto con la Natura, in cui mi immergo per placare gli affanni, la Natura che mi rigenera e riconcilia col mondo, la Madre Terra, il paesaggio della Liguria aspra e selvaggia, fratello Mare, in cui mi riconosco, con le sue tempeste e le bonacce, culla primigenia della vita, sorella Luna, mia confidente da sempre (una sezione del libro è dedicata proprio a lei). La sezione finale è dedicata ai ritratti degli animali con cui ho condiviso e condivido il cammino, maestri di dedizione e dignità, e ai ritratti di persone care, iniziando da mamma, senza tralasciare le amicizie speciali, doni dell’Universo, che arricchiscono la vita.
Emozione è la chiave di lettura, perché, a mio parere, finché saremo in grado di emozionarci ed emozionare non sarà tutto perduto.

Pozzanghere

novembre 25, 2019 Author: Margherita Bertella Category: Senza categoria  0 Comments

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Non puoi non farci caso, te le trovi proprio lì, sotto il naso: assorta cammini lungo il viale di sempre, quello dove svolti venendo dal centro, sulla destra c’è una scuola, un palazzone dalla grigia facciata anonima come questo tuo andare verso casa nell’aria gelida stamani, hai freddo alle mani e non solo, la punta degli scarponi è bagnata, ma reggono ancora, anche se ne hanno calpestate di strade finora…questo viale è tutto buche, dissesto totale, ma qui sta il bello: quattro, cinque, sei pozze d’acqua, un universo a parte ed è come guardare un quadro. Ci si specchia il cielo plumbeo, le ultime foglie ingiallite penzolanti da braccia di alberi che conosci da sempre, un quarto di facciata della suddetta scuola, è una cartolina, regalo inaspettato stamattina.

Pozzanghere, in una ci va a bere un passerotto, nell’altra brilla una perla di luce, in quella più lontana ci vedi riflessa la fata Morgana… pozzanghere, che sarà mai?

Eppure ti fermi, addossata al muretto, estrai dalla borsa il cellulare e fai qualche scatto, un tizio ti affianca distratto, bofonchia, borbotta, magari ti prende per matta. Ma non t’importa, tu adori i matti, gli strambi, nessun ci sarà che ti cambi, lasci andare chi ha fretta, tanto a casa solo ti aspetta la gatta matta che di coccole non è mai soddisfatta. Sosti, respiri, gliene farai a gogò, ma ora no, ora ti fermi e resti ancora un po’ ad ammirare le pozzanghere, a immergerti nel loro incredibile, fantasmagorico mondo rovescitao. E ringrazi il creato.

 

 

Settembre è…

settembre 24, 2019 Author: Margherita Bertella Category: Senza categoria  0 Comments

 

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Settembre è la tisana appena alzata, l’unica rimasta: al melograno, erano un tot di filtri detox, uno diverso per ogni giorno della settimana, durata tre settimane… La prima vai per ordine, diligente come una scolaretta, la seconda cominci a deviare, le mischi, le vuoi rivoltare tipo cavallo pazzo, la terza ne prendi anche due al giorno, mattino-sera e finisci prima del previsto… ma chi s’è visto s’è visto.
Settembre è voglia di tepore, bisogno di coccole che nessuno ti fa, lacrime al mattino, uscire di casa alla svelta perché non resisti alle urla del silenzio, salire su un bus sgangherato, guidato da uno scalmanato che ti squassa le ossa, rischia due incidenti, non sa fare manovra e alla fermata finale sale sul gradino, deve retrocedere, adagio indietreggiare e tu lo mandi graziosamente a cagare.
Settembre è fermarsi in una baia incantata e cercare per sé il punto più lontano, quello ai confini col Varignano: al di là è zona militare, divieto di accesso, posto ideale per una che l’eremita vuole fare.
Settembre è scegliersi un muretto, sotto ci sono scogli bianchi e il mare, acqua trasparente, al contrario di certa gente.
Settembre è portarsi dietro la borsa con la ragazza in bicicletta sullo sfondo di Parigi, quella dove hai messo tutto il materiale: matite, taccuino, blocco d’acquerello, pennelli, il bicchiere di plastica dura che risale alle medie.
Settembre è intingere l’acqua di mare e sguazzare con l’arancio, il verde, il giallo, lo scarlatto… cromoterapia, aromaterapia, arteterapia.
Settembre è alzare lo sguardo alle colline, respirare, arrivare all’ocra della cima brulla, lassù dove non c’è nulla.
Settembre è tuffarsi nel biancosporco del cordone di nuvole che, dal lato opposto, si snodano sulle Apuane, è dondolare all’unisono con gli alberi delle imbarcazioni all’attracco, seguire il passaggio di una fogliolina sull’acqua, parlare col gabbiano che pedala nelle increspature marine con le sue zampe spalmate di giallo, una barchetta: avanza dritto, poi a destra si volta, piroetta.
Settembre è lasciare andare le lacrime al vento, cantare al rintocco della campana – mezzogiorno della strega – ora di mangiare? Chi se ne frega!
Settembre è ritagliarsi spazi, potare, sfilare anelli dalle dita… comunque non è chiusa la partita.
Settembre è ansia di nuovo, slarghi di cieli, specchi marini, gabbiani e delfini.
Settembre è quando l’ombra di un ramo di palma proiettata a terra, quella sì… quella ti calma.

Letture e foto al castello

agosto 23, 2019 Author: Margherita Bertella Category: Senza categoria  0 Comments

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Mercoledì 21 agosto, nello splendido scenario della terrazza del castello Malaspina di Massa, si è svolta la presentazione del libro di mie poesie e foto di Fabio Terenzoni “VOLTINVERSI”: una raccolta emozionale di parole ed immagini, abbinate con un abile gioco di incastri. Davanti ad un pubblico attento ho letto alcune poesie, mentre Fabio ha spiegato l’occasione in cui aveva scattato le foto, fornendo notizie sulla cultura e tradizione del nostro territorio e limitrofi. Ci accomuna infatti la passione per l’arte, l’interesse per le tradizioni, la ricerca della bellezza che esiste ancora, in questo mondo in rovina…
Abbiamo scelto come tema conduttore della raccolta il “volto”, perché in esso è scritta la mappa della nostra vita, con tutto il bagaglio di luci-ombre che contiene. Il volto che può diventare una maschera (Pirandello ce lo ha magistralmente insegnato), ed ecco una carrellata di splendide coloratissime foto scattate al carnevale di Venezia, ma anche un oggetto inanimato possiede un “volto”, tipo uno spaventapasseri, ed ecco le foto tratte dalla festa degli spaventapasseri del paesino di Groppo (comune di Sesta Godano), ma anche un’automobile ha un “volto”, ed ecco le foto della “Mille miglia” passata da Sarzana… E che dire del “volto” della luna? La pallida luna cantata da Leopardi, che può diventare rossa per amore? Ed ecco una foto scattata proprio al castello di Massa lo scorso anno, fine luglio, in occasione di una eclissi particolare, in cui la luna appariva rossa e si vedeva ad occhio nudo il pianeta Marte, un puntolino luminoso al di sotto di lei…
Sembra facile ma non lo è affatto scattare una foto, fermare un attimo dell’incessante fluire del tempo, occorrono una buona capacità di riflessi, sensibilità e anche fortuna: cogliere il momento giusto, trovandosi nel posto giusto. Così come non è facile tradurre in versi una emozione, rendere la magia di un istante, perché scrivere – per come lo intendo io – è denudare l’anima, lasciarla cantare davanti ad un pubblico di lettori, occorrono una buona dose di coraggio e anche audacia, mettersi allo sbaraglio…nel bene e nel male.
Credo molto nelle collaborazioni artistiche e ritengo che questa sia davvero riuscita nel suo intento: unire le nostre capacità per portare a chi ascolta, a chi legge e osserva, un messaggio positivo, che sproni la gente ad appassionarsi nella ricerca della bellezza in ogni campo, rivalutando il territorio, le tradizioni popolari, gli usi e costumi nostri e del resto del mondo: infatti nel libro troverete anche foto tratte dal festival d’Oriente o da vari festival medievali e da rappresentazioni storiche, manifestazioni che avvengono ogni anno ed è sempre interessante – per chi può – parteciparvi.
Fabio ed io ringraziamo Lorenzo Giusti, che si occupa dell’organizzazione di questi eventi estivi al castello Malaspina, e lo staff che ci ha servito l’apericena. Ringraziamo il castello, che ci ha accolti fra le sue mura imponenti, regalandoci un panorama mozzafiato al calare del sole, sfolgorante delle luci del palco unite a quelle della città sottostante, mentre sfumava all’orizzonte la distesa del mare, coi promontori e le isole lontane…
Uno spettacolo naturale impagabile, che rimarrà per sempre nei nostri occhi e nel nostro cuore.
Ringraziamo tutti i presenti, amici e conoscenti, che hanno affrontato una “bella scarpinata” per giungere su, ma hanno ammesso tutti di essere stati ampiamente ricompensati dal risultato della serata, e ringraziamo infine chi era salito semplicemente per gustare un aperitivo con vista d’incanto e si è trovato per caso ad ascoltare la nostra presentazione.
Alla prossima. Fabio e Margherita vi ringraziano e sperano che “gustiate” foto e poesie raccolte nel libro.