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Una sera a Santa Giulia

agosto 14, 2019 Author: Margherita Bertella Category: Senza categoria  4 Comments

 

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Hisilicon Balong

C’è un posto,  fra Sestri Levante e Lavagna, su in collina, che si chiama Santa Giulia: è lì che abitano i Guenna, in una deliziosa villa in pietra, annidata fra gli ulivi. Per arrivarci la strada è impervia e tutta a tornanti, problema non da poco per una come me, che soffre il mal d’auto. Ma quando sei su ti si apre allo sguardo un panorama mozzafiato: il golfo del Tigullio, col promontorio di Sestri in tutto il suo splendore. Alle spalle hai il verde del colle, davanti l’azzurro del mare, non esiste accoppiata migliore.
Già conoscevo la famiglia Guenna, ma non ero mai stata nel loro “paradiso”, così venerdì 9 scorso ho accolto l’invito ad andare da loro, insieme a cari amici. Ci ha accolti con grande gentilezza e senso di ospitalità Luciana, una bionda signora, dall’aspetto dolce, ma non facciamoci ingannare: è molto forte ed equilibrata la tempra di questa donna creativa, sì perché lei dipinge quadri coloratissimi, paesaggi per lo più liguri, che rallegrano l’anima. Ci ha fatto visitare il suo studio: un nido d’artista. Marco, il marito, dalla simpatia travolgente, mostrava orgoglioso i lavori della moglie. Sono una coppia speciale, di quelle che attraversano le tempeste della vita rimanendo sempre unite e complici.
E poi c’è Luca. Difficile descrivere quel che è lui, posso solo definirlo “una persona rara”. Convive col Parkinson da più di 10 anni, ed ha saputo trasformare la malattia in stimolo creativo, sfoderando una voce profonda e intensa, da brivido.
Luca organizza eventi musicali e concerti, che ha intitolato Wood in stock, in occasione dei quali collabora anche con artisti famosi…. troverete ogni notizia su internet. Vi invito caldamente a informarvi sulla sua attività. Il tutto a scopo benefico, per raccogliere fondi per la ricerca sulla malattia. Venerdì ci ha invitati ad uno di questi concerti, con annessa apericena, nella terrazza panoramica di fronte casa, a Santa Giulia appunto. Un pubblico attento è stato avvolto, per circa un’ora e mezza, dalla magia della sua voce. Alcuni testi li ha scritti personalmente, rivelando non solo una vena romantica, ma anche una spiccata, coinvolgente ironia.
Luca ha cantato e canta accompagnato  da musicisti affermati, dicevo, ma lo vedi … ed è così semplice, umile, brioso… e lo percepisci immediatamenhte quale compagno di strada, fratello, amico sincero.
Luca scrive anche molto bene ( ho avuto il piacere di leggere alcuni suoi racconti). Marco, il papà, ci ha deliziati con la lettura di uno di questi: “Il vetrino blu”, in cui Luca ritorna bambino e narra storie della sua infanzia.
Nella esilarante premessa che ci ha regalato, Marco ci ha informati ( ma già ne ero al corrente), dei propri trascorsi “tentativi artistici”. Dovete sapere che, un tempo, anche lui dipingeva, faceva quadri che gli parevano belli (sue testuali parole), finchè non ha iniziato a dipingere sua moglie… vedendo quel che realizzava lei… beh, non c’è stata più storia! Inoltre Marco, ai suoi tempi, cantava, aveva anche un gruppo, cose giovanili, però tutto sommato gli sembrava di cavarsela benino, finchè non si è messo a cantare Luca, tirando fuori una voce incredibile… allora non c’è stata più storia! E ancora, Marco ha pensato di iniziare a scrivere (tanto ormai, scrivono tutti…) : racconti, la storia della sua vita, l’incontro con la moglie… finché a Luca non è venuta voglia di cimentarsi con la scrittura pure lui… allora non c’è stata più storia!
Povero Marco, ha ragione a dire “è dura la vita in una famiglia di artisti!”. Ha dovuto rinunciare a tutto. Lasciategli almeno il ruolo di lettore, in cui – a mio parere – è risultato brillante.
Che famiglia i Guenna! Anche parlare con Carla, moglie e compagna forte e combattiva di Luca, mi ha emozionata.
Ringrazio la mia amica Patrizia e suo marito Mauro che mi hanno dato la possibilità di conoscerli. Auguro a tutti voi che leggerete queste righe di andare ad uno dei concerti di Luca Guenna, per avere l’onore di conoscerlo e provare l’emozione di ascoltarlo, contribuendo ad una nobile importantissima iniziativa benefica.

L’uovo

aprile 19, 2019 Author: Margherita Bertella Category: Senza categoria  2 Comments

 

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Ieri sera, al corso di scrittura della Officina dello scrivere ad alta voce, ho proposto come argomento dell’esercizio veloce di riscaldamento iniziale la parola : UOVO. Come al solito sono scaturiti spunti interessanti, ognuno diverso, oguno unico.
Dalla mia penna è uscito questo mini-racconto:

Uovo
Sono nell’uovo, mi muovo ci provo mi giro di nuovo becchetto,  sì ho già il becco piccino picciò, già forte però. Nel guscio mi struscio, vado a sghimbescio mi allungo mi pungo da solo, già volo al pensiero di uscire leggero là fuori, in mezzo agli odori, nei cieli di raso un giorno per caso sarò, ed ora che attendo il tempo mi prendo, mi stendo nell’uovo mi stiro di nuovo, navigo a fondo nel mio micromondo caldo ovattato, di liquido denso, ci sguazzo mi tendo da un lato, ma no, ‘sto coso i lati non ha, ecco vado di là e ritorno da capo, che noia che palle ormai voglio uscire! Basta poltrire qui dentro, caldo io sento mi allungo picchietto, la forza è nel becco, cric croc ecco sento, con lena riprendo, un soffio che entra da fuori…insieme agli odori, tic tac batte il mio cuore, conteso tra forza e terrore, un puntino di luce mi abbaglia, proseguo la prima battaglia, sto per sgusciare, la vita afferrare… Chi sono che faccio non so, voglio provare, però. Credeteci, vi stupirò!

Sulla scrittura

marzo 14, 2019 Author: Margherita Bertella Category: Senza categoria  2 Comments

 

 

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Il  testo, come dice la sua etimologia latina, è un “tessuto” di parole, le quali sono fili, tracciano sul foglio un disegno come su un arazzo. Termini usuali sono infatti “trama”, “intreccio”, che entrambi alludono al lavoro di tessitura. Per cui, nonostante la scrittura sia stata appannaggio per secoli di autori maschili, si rivela essere invece attività spiccatamente femminile. Scrivere significa per me chinarsi con tenerezza e amore sui personaggi che escono fuori dai meandri della psiche, operare un lavoro di montaggio e smontaggio scene, realizzare incontri-scontri fra loro, soffermarsi sulla cura dei dettagli, porre lo sguardo non solo alle azioni esteriori, ma anche, forse soprattutto, al mondo interiore. Scrivere significa mettersi in ascolto delle voci dei personaggi, accoglierle ed ospitarle sul foglio, farle parlare rimanendo il più possibile neutrali. Scrivere per me è un piacere e un bisogno, un atto di coraggio ed umiltà nello stesso tempo.  Coraggio perché significa denudarsi, svelarsi agli occhi e alla mente altrui. Creare un personaggio è qualcosa di prometeico, presuntuoso, enorme “creare un altro essere”, ma d’altro canto, è anche un atto di umiltà e amore, come quello di una madre che si mette da parte per fare posto ad un altro da sé: questo altro, poi, diventerà autonomo, dotato di vita propria, il personaggio si imporrà al suo creatore, inevitabilmente, come un figlio che prende la propria strada. E questo è stupefacente, provoca stupore. Percché l’arte è anche stupore, meraviglia. Quante volte mi è capitato di constatare la forza di un personaggio, che magari accantonavo per un po’, per pigrizia o paura di cavarne fuori qualcosa d’importante, perché mi coinvolgeva troppo da vicino, eppure lui ( o lei), non mi ha lasciato più in pace, finché non l’ho “ripreso in mano”:  Pirandello giustamente affermava che “non si dà vita impunemente a un personaggio, perché questo, creatura dello spirito, già vive di una vita propria che l’autore non ha più potere di negargli. E coglie ogni momento della giornata per riaffacciarsi e tentare l’autore, proponendogli ora questa ora quella scena…fino all’ossessione.”

Precisiamo però una cosa: l’arte è stupore ma anche, come dice la parola stessa, artificio, costruzione, architettura, progetto, scienza, ha bisogno di tecnica, il linguaggio non si può improvvisare, ci vuole metodo e consapevolezza. Chi scrive dovrebbe avere un orecchio musicale, è una questione d’intonazione. Il ritmo è costituito dal taglio delle frasi, da una scelta non scontata dei vocaboli, dall’abilità sintattica di legare e slegare le frasi tra di loro, da un uso corretto della punteggiatura… E poi  scrivere per me è “mettere in scena” proprio come a teatro, le cose vanno rappresentate, gli avvenimenti e i personaggi, le loro azioni vanno mostrati, le descrizioni rese plastiche, sensuali, devono coinvolgere i sensi del lettore. Perché scrivere significa  necessariamente relazionarsi (a meno che non si voglia tenere il manoscritto chiuso a chiave in un cassetto), significa aprirsi agli altri, “farsi leggere”. Ci vuole una buona dose di audacia, occorre saper osare, mettersi in gioco. Anche linguisticamente, stilisticamente.

Ci sono giorni…

febbraio 13, 2019 Author: Margherita Bertella Category: Senza categoria  0 Comments

 

calendario scolastico 2018 2019-2

Ci sono giorni in cui mi sento sola dentro
giorni di fuoco e di tormento
giorni di risa e ascensore per le stelle
giorni zuppi di pioggia a catinelle
giorni che ho voglia di andare al mare
sopra uno scoglio starlo ad ascoltare
giorni da partire col mio quadernetto
tenerlo al petto stretto
raggiungere il posto delle more
poi scriverci, gettarci sopra il cuore
giorni da vagare senza meta
giorni di saggezza da profeta
giorni da cullare la tristezza
giorni da donare tenerezza
giorni da piatti in faccia e uova al dente
giorni da vivermi il presente
giorni da perdermi nel bosco
seguire nuove vie che non conosco
giorni da impastare con le mani
giorni da invertire tutti i piani
giorni da spalmarsi con lo strutto
giorni da mischiare il bello e il brutto
giorni da camminare a piedi nudi
sulla madre terra, i deserti e le paludi
giorni stanchi, sofferenti
giorni di chiaroscuri e di sorgenti
giorni da truccare la mia faccia
giorni di tempeste e di bonaccia.

Compagne di corso

gennaio 13, 2019 Author: Margherita Bertella Category: Senza categoria  4 Comments

 

 

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Due parole su “L’Officina dello scrivere ad alta voce”, il corso di lettura e scrittura fortemente voluto e creato da me e dalla mia collega Rosanna Ianni cinque anni fa. Sono già così tanti, e ci sembra ieri… Ebbene, in questo frattempo posso dire che siamo cresciute, abbiamo sofferto e gioito insieme, superato ostacoli, messo in moto energia positiva, inoltre ci siamo arricchite quest’anno di tre nuove splendide presenze femminili. All’Officina si produce con impegno, siamo un gruppo di donne appassionate, una squadra che opera in sinergia, che non ha paura di mettersi in gioco – e questo è fondamentale nello scrivere: non barare, perché anche il lettore più sprovveduto si accorgerà della falsità o banalità delle cose dette…
Il fatto che siamo tutte donne induce a riflettere… poche e sporadiche le presenze maschili, volatilizzate; non voglio commentare, sappiate  comunque che ciò non ci distoglie dall’andare avanti con entusiasmo e meraviglia. Sì, è importante continuare a meravigliarci, a conservare quello spirito “bambino”, sorgivo, che si perde per strada lungo il cammino della vita, ma si può recuperare, purché lo si voglia. La capacità di fermarsi ad ammirare un fiorellino spuntato fra rocce, seguire il volo di un insetto, dare un nome alle nuvole… cose del genere. Qualcuno potrebbe obiettare “Cosa da pazzi! A che servono?”. A nulla materialmente parlando, a mantenere la mente e il cuore giovani, rispondo io. Perché l’arte non è sapere, ma stupore.
Scrivere, mettere in moto i muscoli della mano e del cervello, leggere ad alta voce quello che si è scritto (oltre a testi di grandi scrittori classici e contemporanei, naturalmente), condividere le proprie idee, scambiare opinioni, ascoltare la voce degli altri e la propria, tutto questo è un viaggio alla scoperta di sé, del prossimo e del mondo tutto. Una meravigliosa avventura. Si dice di solito che quello dello scrittore è un mestiere per solitari, ma -a mio parere – l’atto del condividere una passione, riunirsi intorno ad un tavolo, fare scorrere le penne sul foglio tutte insieme, in religioso silenzio (si discuterà in seguito), è qualcosa di sacro, di “numinoso”.
Ringrazio, quindi, anche a nome di Rosanna, tutte le partecipanti al corso, che con la loro presenza e collaborazione rendono gli incontri settimanali sempre unici ed emozionanti. Si entra affaticate e magari deluse da esperienze quotidiane… si esce ogni volta con l’animo risollevato e il cuore più sereno… Diciamo grazie alle nostre “ragazze”, quindi: dalla più grande alla più giovane, incredibili, magnifiche ed insostituibili.